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Così come i popoli scandinavi usano fare le lampade come prevenzione contro la carenza di sole nel lungo inverno, anche le tartarughe hanno gli stessi problemi, spesso la lampada solare viene vista come un mezzo per abbronzarsi intensamente  a tutti i costi ma si può anche usarla per star bene così come fanno per le tartarughe.

Se siete appassionati di tartarughe su http://www.tartaclubitalia.it c’era molto materiale ma al momento il sito non sembra accessibile:

Riporto parte del testo tratto dal Web circa l’opportunità di irrorare di Ultravioletti le tartarughe, che come noi peraltro dalla vita all’aria aperta sono passate alla vita in spazi chiusi e privi di sufficente esposizione al sole,  nella foto si vede l’effetto della mancanza di raggi UV-B sulla crescita di una tartaruga di terra:

Chi alleva tartarughe,  saprà benissimo che il sole ha anche un’altra funzione importantissima per il benessere delle tartarughe: permette, tramite l’emissione dei raggi ultravioletti (UV), la sintesi della vitamina D3, la cosiddetta vitamina calcio-fissatrice. Tale vitamina è essenziale per l’assorbimento e la fissazione del calcio nelle ossa e nel carapace della vostra tartaruga: ciò significa che, anche in presenza di una dieta corretta e ricca di calcio, se manca l’esposizione ai raggi UV non vi sarà alcuna assimilazione del calcio ingerito con gli alimenti dall’animale, portando alle notissime malattie e disfunzioni già ben descritte in altri articoli che potete leggere sul Portale.

Ora che è ben chiara l’importanza dei raggi UV per la salute delle nostre bestiole è utile porsi un’altra domanda: cosa sono esattamente gli UV? Quanto duratura deve essere l’esposizione a questi raggi per il benessere delle tartarughe?
Logicamente queste domande hanno un senso per le tartarughe allevate all’interno, in terrario o in terracquario, poiché le tartarughe allevate all’esterno hanno la possibilità di scegliere autonomamente quando mettersi al sole e quando rifugiarsi all’ombra.
Per l’allevamento dentro casa sono da anni disponibili apposite lampade ad emissione di UV che sopperiscono alla mancanza del sole diretto; ma queste lampade sono realmente valide? Possono sostituire totalmente la presenza del sole?
Cominciamo a capire cosa sono i raggi ultravioletti.
Un raggio solare non è altro che una forma di energia; quindi può essere studiato e misurato: la scienza ci dice che la luce solare che noi vediamo bianca è, in realtà, formata da più fasci di colore diverso ed ogni colore è caratterizzato da una particolare lunghezza d’onda, espressa in nanometri (nm).
La luce, inoltre, è formata da raggi visibili (i 7 colori dell’arcobaleno, ognuno con una sua particolare lunghezza d’onda) e raggi invisibili (come i raggi X): gli ultravioletti rientrano tra i raggi che fanno parte dello spettro invisibile, quindi noi non li vediamo.
A loro volta i raggi UV, in base alla lunghezza d’onda, si dividono in UV-A (dai 320 ai 400 nm), UV-B (dai 260 ai 320 nm) ed UV-C (dai 200 ai 260 nm); al di sotto dei raggi UV-C si trovano i raggi X.

I raggi UV-C sono raggi altamente concentrati ed energetici, pericolosissimi per le creature viventi perché, a quanto pare, modificano la struttura molecolare a livello di DNA: sono usati soprattutto per sterilizzare (ed infatti li potete trovare nelle lampade usate per sterilizzare l’acqua nei laghetti per uccidere le alghe: sono piccole lampade a forma di tubo che sterilizzano l’acqua mentre passa al loro interno; li trovate pure dal barbiere, dove vengono usati per sterilizzare velocemente forbici e pettini).
Tuttavia gli UV-C non sono realmente un problema, perché sulla terra non ci arrivano quasi mai: sono perfettamente filtrati dall’atmosfera; tuttavia il famosissimo buco nello strato d’ozono è allarmante perché non è altro che un buco in questa barriera naturale che ha il pianeta contro questi raggi pericolosi.
I raggi ultravioletti A sono gli UV più tenui e meno concentrati: come potete vedere sono al confine con la zona dei raggi visibili che formano i vari colori: per noi sono invisibili, ma per le tartarughe sono perfettamente visibili, per loro sono quasi un colore in più.
Gli UV-A sono raggi importanti per la salute delle tartarughe perché hanno un forte impatto sull’umore e sull’appetito.
Mi spiego meglio: le tartarughe che vedono un filo d’erba in pieno sole (e quindi un filo d’erba inondato anche di UV-A) lo vedono di un colore vivo, brillante e lucido; in terrario se mancano questi raggi il verde dell’erba, anche se a noi sembra assolutamente uguale, ad una tartaruga sembra spento, cupo e poco brillante: provate a mangiare il vostro cibo preferito in penombra e vi renderete conto di cosa stiamo parlando, l’appetito (in tutti gli animali, uomo compreso) è determinato e stimolato da tante sensazioni, odori, sapori e anche colori…
Questo ragionamento vale per tutto ciò che noi illuminiamo artificialmente per i nostri animali, quindi non è difficile capire come la presenza dei raggi ultravioletti A sia stimolante per l’umore di una tartaruga. Per il resto questi raggi (almeno per quello che si sa attualmente) non hanno altra funzione; ma è anche di mostrato che la mancanza di tali raggi sia dannosa per la salute generale degli animali.
Analizziamo adesso i raggi UV-B, che evidentemente hanno una lunghezza d’onda intermedia tra i due tipi precedenti: sono i raggi in assoluto più importanti per il benessere di una tartaruga: tanto importanti che la loro totale mancanza porta certamente la morte dell’animale.
Gli UV-B sono importanti per la formazione della vitamina D3 calcio-fissatrice descritta in precedenza e la loro mancanza causa una crescita scarsa e malsana dell’animale: in pratica la tartaruga cresce con evidenti malformazioni della corazza.

Nell’immagine pubblicata   potete vedere l’effetto della mancanza di raggi UV-B sulla crescita di una tartaruga di terra: la tartaruga ha circa 4 anni, è un maschio e come potete ben vedere è abbastanza grande; l’animale è stato cresciuto tenendolo sempre sveglio (cioè senza fare letargo)  sin dalla nascita.
L’alimentazione è sempre stata varia e ricca sia di calcio che di vitamine e proteine.
L’esemplare in questione, tuttavia, mostra dei sintomi tipici di una scorretta e carente assimilazione del calcio: innanzi tutto il carapace è piuttosto piccolo rispetto alle dimensioni totali della tartaruga; poi sono evidentissimi i bozzi sul carapace, cresciuto di conseguenza “a piramide”. Tutto questo nonostante la tartaruga non mostri evidenti segni di malessere, deformazioni a parte.