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Chi usa fare le lampade in inverno, può avere una marcia in più per prevenire la malattia Covid-19 da SARS-CoV-2 per almeno 2 ragioni:

Lampade certificate 0,3

Prima marcia in più per prevenire l’ammalarsi da Covid-19:

Da uno studio coordinato da INAF e Università degli Studi di Milano, si rileva che oltre alle tradizionali capacità di inattivare il virus degli UVC, anche gli UVA e UVB presenti nel sole e nelle lampade solari,  hanno una capacità simile su questo virus. Questo avviene anche in ambienti aperti ed è molto efficace sulle goccioline di saliva. Importante è allungare i tempi di esposizione che negli UVC sono di qualche secondo, nelle altre lunghezze d’onda devono essere di alcuni minuti. Il Laboratorio di Biodifesa del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha pure concluso che “bastano pochi minuti perché la luce ultravioletta del Sole riesca a rendere inefficace il virus”.  Anche l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), l’Università Statale di Milano, l’Istituto nazionale tumori (Int) e dell’Irccs Fondazione Don Gnocchi hanno studiato gli effetti letali della luce ultravioletta contro il coronavirus Sars-CoV-2.

Quindi vediamo l’esposizione al solarium anche come la possibilità di igienizzarsi ma di igienizzare e rigenerare anche oggetti come la  propria mascherina e il cellulare esponendoli alla luce del solarium.

Seconda marcia in più per prevenire l’ammalarsi da Covid-19, decisamente  più importante:

Da notizia ANSA del 27 ottobre 2020 si evince che oltre l’80% dei pazienti ricoverati per Covid 19 ha una carenza di vitamina D, molto importante anche per il corretto funzionamento del sistema immunitario. Lo indica lo studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism e condotto in Spagna, dal gruppo di José Hernández,.dell’Università della Cantabria a Santander.
Visto che la vitamina D ha bisogno di ultravioletti e in inverno sono carenti, assumendo la vitamina e esponendosi a lampade solari (a norma 0,3) si dovrebbero aumentare le difese come peraltro già dimostrato in un nostro vecchio articolo che naturalmente citava le fonti.

Possiamo quindi dire che oltre che all’avere un aspetto più salutare, l’esporsi alla luce ultravioletta artificiale può aiutare questo inverno ad avere marcia in più per prevenire l’ammalarsi da Covid-19

Chiaramente le macchine abbronzanti devono essere a normative 0.3, sanificate ad ogni seduta con prodotti a base di clururo di benzalconio ed altri prodotti specifici non contenenti alcool che rovina il plexiglass. Si devono usare altresì occhialini usa e getta e si deve sopportare una leggera corrente d’aria dovuta al ricambio d’aria con l’esterno. Questo ricambio continuo dell’aria di 2500 metri cubi all’ora che inizialmente serviva solo a raffreddare le lampade è una garanzia ulteriore contro il Sars-CoV-2

Leonardo Opali 66 anni, non è un medico ma un perito industriale  responsabile del reparto abbronzatura di Makeup3 Arzignano. La sua foto con i ringraziamenti per i consigli e i contributi dati, compare sul manuale consegnato ai 10 ingegneri dalla CEI IMQ autorizzati a fare verifiche tecniche sulle macchine abbronzanti in termini di omologazioni.

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